Un Gigante di Pizzo nella Città della Luce
Mi ergo verso il cielo come una lancia di ferro, con una trama così intricata che da lontano sembro fatta di pizzo. Di giorno, il sole gioca a nascondino tra le mie travi, e di notte, mi vesto di migliaia di luci scintillanti, brillando come un gioiello sulla città addormentata. Dal mio punto più alto, le auto sembrano formiche indaffarate e i fiumi sembrano nastri d'argento. Sento il mormorio emozionato delle persone che salgono le mie scale o viaggiano nei miei ascensori, con i loro cuori che battono forte per l'attesa della vista mozzafiato che li aspetta. Ascolto le loro esclamazioni di meraviglia in tutte le lingue del mondo. Molti mi conoscono, mi disegnano e sognano di visitarmi. Sono un simbolo di romanticismo, avventura e sogni. Sono la Torre Eiffel.
La mia storia è iniziata con una grande idea per una festa ancora più grande. Sono nata per un'occasione molto speciale: l'Esposizione Universale del 1889, una fiera mondiale tenutasi a Parigi per celebrare il centenario della Rivoluzione Francese. L'idea era quella di mostrare al mondo intero quanto fosse geniale e innovativa l'ingegneria francese. Il mio creatore, un uomo brillante di nome Gustave Eiffel, e il suo team di ingegneri e architetti, mi hanno progettato per essere la struttura più alta mai costruita dall'uomo. La mia costruzione iniziò nel 1887 e fu un'impresa incredibile. Immagina operai coraggiosi, come acrobati del cielo, che si arrampicavano sempre più in alto per assemblare i miei 18.000 pezzi di ferro battuto. Hanno lavorato con precisione, unendo ogni trave e bullone come se stessero componendo un gigantesco puzzle metallico. In poco più di due anni, sono cresciuta dal terreno fino a toccare le nuvole, un trionfo di ferro e immaginazione.
All'inizio, però, non tutti mi amavano. Anzi, quando ero nuova di zecca, molti parigini pensavano che fossi terribilmente brutta. Alcuni artisti e scrittori famosi scrissero lettere arrabbiate, definendomi uno 'scheletro di ferro' inutile e mostruoso che rovinava la bellezza della loro amata città. Credevano che fossi una macchia sul panorama e non vedevano l'ora che me ne andassi. Devi sapere che non ero destinata a rimanere per sempre. Il piano originale prevedeva di smantellarmi dopo soli 20 anni. Ero considerata una struttura temporanea, una meraviglia passeggera per la fiera. Questa parte della mia storia insegna una lezione importante: a volte, le idee nuove e audaci hanno bisogno di tempo per essere capite e apprezzate. Quello che all'inizio sembra strano può diventare meraviglioso con il passare del tempo.
Ero destinata a scomparire, ma il mio destino cambiò. Ho dimostrato di essere molto più di una semplice attrazione per turisti. La mia altezza mi rendeva perfetta per gli esperimenti scientifici. Sono diventata una gigantesca antenna, aiutando gli scienziati a studiare il tempo e, soprattutto, a inviare i primi segnali radio attraverso l'Oceano Atlantico. Questa mia nuova utilità mi ha salvato. La gente ha iniziato a vedermi non più come uno scheletro sgraziato, ma come un simbolo di progresso e innovazione. Con il tempo, sono entrata nel cuore dei parigini e del mondo intero. Oggi, illumino il cielo di Parigi, accolgo milioni di visitatori e ricordo a tutti che anche le idee più insolite possono diventare i simboli più amati, unendo le persone nella meraviglia e nell'ispirazione.
Domande di Comprensione della Lettura
Clicca per vedere la risposta